lunedì 1 ottobre 2012

Questioni di etichetta

Maggio 2010
Un breve aggiornamento di quanto accaduto in questi ultimi mesi.
Lo scorso dicembre abbiamo dovuto affrontare una questione un po' antipatica. Qualcuno, che probabilmente navigava in rete a caccia di immagini d'ispirazione, si è imbattuto nel nostro sito e ha pensato di copiare il disegno della cupola di San Flaviano. Così una fredda sera di dicembre, mentre camminavo lungo Corso Garibaldi, vengo attratto da qualcosa di familiare che biancheggiava dalla vetrina di un negozio. Era la locandina di una manifestazione folkloristica che si sarebbe tenuta in quei giorni, ma la vera sorpresa era che avevano utilizzato il disegno della cupola della nostra azienda! Sono ormai svariati anni che sulle nostre etichette, sui cartoni, sugli striscioni pubblicitari utilizziamo la cupola di San Flaviano e non solo come marchio aziendale, ma come simbolo del vino stesso. A chiunque me lo chieda ho sempre fatto osservare che la cupola è un calice rovesciato da colmare di buon vino. Nella concezione urbanistica rinascimentale la cattedrale ha una posizione centrale e l'immagine della cupola spicca da qualsiasi punto la si guardi. Forse è per questo che non riusciamo a separarcene. L'abbiamo portata perfino in Cina! Ma come immagini non ci siamo mai sognati di copiare quelle fatte dagli altri, abbiamo sempre utilizzato disegni realizzati appositamente per noi da artisti locali. La prima versione della cupola che abbiamo utilizzato sulle nostre etichette, quella che compare qui a fianco, fu commissionata nientepopodimenoche allo scultore giuliese Venanzo Crocetti. Un amico comune fece da intermediario e il lavoro fu pagato con alcune bottiglie di vino. Purtroppo il disegno originale venne realizzato in formato etichetta e l'originale non si trova più. Ci restano solo delle vecchie etichette con l'ovale all'interno del quale compare la cupola e se si guarda bene c'è anche la firma dell'autore. Adesso immagino che dopo questa mia rivelazione questa cupola me la copieranno anche di più.
Il secondo esemplare di cupola di San Flaviano, quella vittima della copia, la realizzò per noi il pittore residente a Giulianova Giuseppe Simionato.
In realtà l'artista realizzò per noi due versioni con la cupola inscritta nell'ovale, ma a noi piacque più questa, perchè insieme alla cupola si vede anche il mare, altro grande amore giuliese, che forse rispetto alla visuale effettiva appare troppo alto, ma non importa perchè un disegno deve principalmente rendere l'idea e poi, a sentire certe previsioni sul futuro, sembra che questo mare crescerà... Questa immagine, che fu pagata anche in quell'occasione con del vino, attualmente compare sulle nostre etichette e sugli imballaggi.
C'è infine un'ultimo disegno della cupola, che abbiamo utilizzato per le etichette della serie "cupola rosso" e "cupola bianco", che è stata realizzato per noi dall'artista giuliese Sandra Di Marcantonio, in quel caso però non venne dato del vino in cambio. Anche in quella occasione purtroppo l'originale venne realizzato in formato etichetta e anch'esso è andato perduto negli archivi di qualche tipografia. Qualche tempo dopo aver subito l'incauta appropriazione dell'immagine mi sono recato all'ufficio marchi e brevetti della locale camera di commercio per registrare la cupola di Simionato come marchio aziendale, ma da un breve scambio di vedute con la simpatica funzionaria camerale mi sono dissuaso del fatto che non valesse la pena. Poichè, costo dell'operazione a parte, la registrazione di un disegno come marchio evita che lo stesso possa essere utilizzato da altri per gli stessi fini, ma se la finalità è diversa, quale era il caso in cui ci eravamo imbattuti, e cioè pubblicizzare una manifestazione culturale, allora non c'è tutela alcuna. Del resto ciò che ritengo antipatico non è tanto il fatto che una manifestazione culturale si sovrapponga al logo della nostra azienda, cosa che al limite dato l'oggetto della manifestazione avremmo anche tollerato, l'aspetto antipatico della faccenda è che qualcuno si sia appropriato di un nostro lavoro senza nemmeno segnalarcelo. Ho preferito allora spendere molto meno telefonando al presidente dell'associazione che curava la manifestazione per indurlo a riflettere sull'opportunità di quella sovrapposizione... e poi l'hanno rimossa.

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