lunedì 1 ottobre 2012

Tutti ubriachi

Aprile 2011
Qualche anno fa fummo invitati da una fondazione a partecipare a un convegno sull'abuso di alcool nei giovani. La persona che ci aveva contattato aveva vissuto un dramma familiare al riguardo. Il proprio figliolo, giovane talento artistico, era morto investito da un'auto guidata da un ubriaco. Nonostante nutrissi tutta la solidarietà possibile per quella tragica vicenda umana non nascondo che l'invito mi diede un po' fastidio. Perchè non invitano i produttori di automobili quando qualcuno viene investito? Perchè non invitano i produttori di coltelli quando qualcuno viene accoltellato? Perchè non chiudiamo tutte le centrali nucleari quando si verifica un incidente nucleare? Perchè non cessano tutte le lotterie i gratta $ vinci quando qualcuno rovina se stesso e la propria famiglia a causa del gioco? [1] Perchè sembra proprio che l'unica cosa di cui si possa fare a meno in questa nostra evoluta civiltà, sia di bere il vino. Io non sono andato a quel convegno perchè la mia battaglia la conduco ogni giorno. Abbiamo sempre lavorato per portare sulla tavola della nostra clientela il “vino quotidiano”, ovvero quel vino che non solo si può bere, ma che si può anche comprare, poiché dei vini che non si possono comprare si può dire tutto quel che si vuole. Non abbiamo mai lavorato per le èlite, anche se oggi la tendenza è quella di far credere che i vini di eccellenza siano alla portata di tutti, o forse e piuttosto sarà che nessuno vuole sentirsi escluso dal novero nella ristretta cerchia di coloro che il vino lo capiscono o credono di capirlo. Ecco dunque i bevitori del fine settimana ad affollare i wine bar. Ma tra il vino in scatola e Sua Eccellenza non c'è il vuoto, ci siamo noi, per esempio. Ci siamo noi che siamo sempre stati convinti che fintanto che il vino potrà stare sulla tavola delle famiglie italiane, tutti i giorni e non solo la domenica o nella serata di gala, fintanto che ciò accadrà l'uso riuscirà a contenerne l'abuso. Chi mai farebbe una abbuffata di pane, di minestra o di qualsiasi altra cosa che mangia tutti i giorni? Ma questa è solo una nostra idea [2] per la soluzione di un problema che però non è il problema, poiché non si dibatte più degli abusi a cui siamo abituati a pensare, che del resto ci vedrebbero tutti concordi, non più di infiniti ma di infinitesimi, di valori che tendono a zero. Anche ragionando dalla parte del nemico, quali noi siamo, i cali dei consumi di vino sul mercato interno non sono certo ascrivibili al fatto che non ci siano più gli ubriachi di una volta, che non ci sia più gente avvezza a tracannare bicchieri senza chiedersi se sanno di ciliegia, di frutti di bosco piuttosto che di catrame o di scuderia di cavalli...
La regola della tolleranza zero che informa tutta la normativa comunitaria fa si che nei consumi non si possa più parlare di bicchieri, ma di uno e due dita di vino e nemmeno. Perchè qual è il tasso alcolemico che ci garantisce? E' lo 0,8 del Regno Unito, il nostro 0,5 oppure lo 0,2 che sembrano indicare alcune ricerche scientifiche? Intanto che ci documentiamo, che ci riflettiamo sopra è zero, il valore che hanno scelto tanti camionisti perseguitati dagli etilometri in dotazione alla polizia che in più di un caso hanno manifestato una certa vocazione al gioco del lotto. E' zero il valore che hanno scelto gli operai dei cantieri tra i quali sembra vi fossero molti semialcolisti che non reggendosi sulle proprie gambe pretendevano che li reggessero le impalcature. E' zero il valore ideale per rimpinguare le casse dell'Inail e i profitti delle compagnie di assicurazioni. E' zero infine in valore ideale per trasformarci tutti in cittadini ubriachi e disonesti da vessare, da sottoporre ad ammenda, a sanzioni a contravvenzioni sempre più salate. Ma del resto perchè preoccuparsi tanto del mercato interno? Le esportazioni delle aziende vinicole vanno a gonfie vele. E questo è veramente un capolavoro di ipocrisia. Così come siamo tutti contrari al nucleare, ma poi compriamo all'estero l'energia che è prodotta col nucleare, noi il vino non lo beviamo per non rischiare, ma se c'è qualcun altro, a distanza di sicurezza, al di fuori dei nostri confini, disposto a farlo, chi mai vorrà impedirglielo? L'ideale sarebbe scovare uno di quei paesi che si trovi ancora in quella fase industriale così ben descritta da Engels nel suo saggio sull'alcolismo e la prostituzione della classe operaia inglese [3]. Non era poi Voltaire, tanto per citarne un altro di filosofo, che diceva che pur non condividendo l'idea dell'altro avrebbe dato la vita affinchè potesse esprimerla? Ebbene noi fedeli al suo insegnamento, non solo gliela lasciamo esprimere e non solo li lasciamo fare ma nel frattempo che ascoltiamo e guardiamo quel dicono e che fanno, ci guadagnamo pure qualcosa. Che bello essere democratici!

[1] E' interessante notare che così come in Italia c'è il monopolio dei giochi a premio, mitigato recentemente e con molta reticenza, nei paesi nordici c'è il monopolio delle bevande alcooliche, anche qui con qualche timida apertura agli operatori privati. Nessuno dovrebbe speculare sulle miserie umane, quandohttp://www.blogger.com/img/blank.gif di queste si tratta, soprattutto lo Stato. Il gioco, come l'alcool, può dare dipendenza e trovo profondamente immorale l'attenzione che i media riservano alle lotterie nazionale, la premura che mostrano nel non perdersi nemmeno una estrazione del lotto!
[2] Un’indagine svolta da Federvini ha messo in luce come la moderazione, la qualità e l’abbinamento con un cibo corretto costituiscano un valore e un modo di avvicinarsi e vivere il consumo di bevande alcoliche tipicamente mediterranei. In Italia, e in misura analoga in Francia, con una percentuale rispettivamente del 35% e del 32%, la tendenza a dilazionare il consumo di alcolici nel corso della settimana risulta essere superiore rispetto a quanto accade in Germania (26%) e Uk (28%). Per approdondire clicca qui.
[3] Il prodotto della pubblicità degli anni '30 guarda caso veniva proprio dall'Inghilterra. Il testo diceva " La POLVERE COZA produce l'effetto meraviglioso di far ripugnare al bevitore tutte le bevande alcoliche (vino, birra, grappa, liquori ecc.). Essa opera tanto impercettibilmente e con sicurezza tale che la moglie, la sorella o la figlia dell'interessato possono dargliela a sua insaputa e senza che egli venga a sapere la vera causa della sua guarigione.
La POLVERE COZA ha portato la pace e la tranquillità in migliaia di famiglie, salvato moltissime persone dalla vergogna e dal disonore per farne dei cittadini vigorosi, abili operai, educati commercianti; essa ricondusse più d'un giovane sulla diritta via della felicità e prolungò la vita di moltissime persone.
La Casa che possiede questa meravigliosa e inoffensiva polvere manda a tutti quelli che ne fanno domanda, un opuscolo con attestati e un campione gratis. Scivete in italiano. Diffidate delle imitazioni!
La POLVERE COZA trovasi presso tutte le farmacie e nei depositi appiedi indicati. I farmacisti non danno campioni, ma soltanto il libro contenente spiegazioni e attestati a chi ne fa loro richiesta."

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