Aprile 2011
Qualche anno fa
fummo invitati da una fondazione a partecipare a un convegno
sull'abuso di alcool nei giovani. La persona che ci aveva contattato
aveva vissuto un dramma familiare al riguardo. Il proprio figliolo,
giovane talento artistico, era morto investito da un'auto guidata da
un ubriaco. Nonostante nutrissi tutta la solidarietà possibile per
quella tragica vicenda umana non nascondo che l'invito mi diede un
po' fastidio. Perchè non invitano i produttori di automobili quando
qualcuno viene investito? Perchè non invitano i produttori di
coltelli quando qualcuno viene accoltellato? Perchè non chiudiamo
tutte le centrali nucleari quando si verifica un incidente nucleare?
Perchè non cessano tutte le lotterie i gratta $ vinci quando
qualcuno rovina se stesso e la propria famiglia a causa del gioco?
[1] Perchè sembra proprio che l'unica cosa di cui si possa fare a
meno in questa nostra evoluta civiltà , sia di bere il vino. Io non
sono andato a quel convegno perchè la mia battaglia la conduco ogni
giorno. Abbiamo sempre lavorato per portare sulla tavola della nostra
clientela il “vino quotidiano”, ovvero quel vino che non solo si
può bere, ma che si può anche comprare, poiché dei vini che non si
possono comprare si può dire tutto quel che si vuole. Non abbiamo
mai lavorato per le èlite, anche se oggi la tendenza è quella di
far credere che i vini di eccellenza siano alla portata di tutti, o
forse e piuttosto sarà che nessuno vuole sentirsi escluso dal novero
nella ristretta cerchia di coloro che il vino lo capiscono o credono
di capirlo. Ecco dunque i bevitori del fine settimana ad affollare i
wine bar. Ma tra il vino in scatola e Sua Eccellenza non c'è il
vuoto, ci siamo noi, per esempio. Ci siamo noi che siamo sempre stati
convinti che fintanto che il vino potrà stare sulla tavola delle
famiglie italiane, tutti i giorni e non solo la domenica o nella
serata di gala, fintanto che ciò accadrà l'uso riuscirà a
contenerne l'abuso. Chi mai farebbe una abbuffata di pane, di
minestra o di qualsiasi altra cosa che mangia tutti i giorni? Ma
questa è solo una nostra idea [2] per la soluzione di un problema
che però non è il problema, poiché non si dibatte più degli abusi
a cui siamo abituati a pensare, che del resto ci vedrebbero tutti
concordi, non più di infiniti ma di infinitesimi, di valori che
tendono a zero. Anche ragionando dalla parte del nemico, quali noi
siamo, i cali dei consumi di vino sul mercato interno non sono certo
ascrivibili al fatto che non ci siano più gli ubriachi di una volta,
che non ci sia più gente avvezza a tracannare bicchieri senza
chiedersi se sanno di ciliegia, di frutti di bosco piuttosto che di
catrame o di scuderia di cavalli...
La regola della tolleranza
zero che informa tutta la normativa comunitaria fa si che nei consumi
non si possa più parlare di bicchieri, ma di uno e due dita di vino
e nemmeno. Perchè qual è il tasso alcolemico che ci garantisce? E'
lo 0,8 del Regno Unito, il nostro 0,5 oppure lo 0,2 che sembrano
indicare alcune ricerche scientifiche? Intanto che ci documentiamo,
che ci riflettiamo sopra è zero, il valore che hanno scelto tanti
camionisti perseguitati dagli etilometri in dotazione alla polizia
che in più di un caso hanno manifestato una certa vocazione al gioco
del lotto. E' zero il valore che hanno scelto gli operai dei cantieri
tra i quali sembra vi fossero molti semialcolisti che non reggendosi
sulle proprie gambe pretendevano che li reggessero le impalcature. E'
zero il valore ideale per rimpinguare le casse dell'Inail e i
profitti delle compagnie di assicurazioni. E' zero infine in valore
ideale per trasformarci tutti in cittadini ubriachi e disonesti da
vessare, da sottoporre ad ammenda, a sanzioni a contravvenzioni
sempre più salate. Ma del resto perchè preoccuparsi tanto del
mercato interno? Le esportazioni delle aziende vinicole vanno a
gonfie vele. E questo è veramente un capolavoro di ipocrisia. Così
come siamo tutti contrari al nucleare, ma poi compriamo all'estero
l'energia che è prodotta col nucleare, noi il vino non lo beviamo
per non rischiare, ma se c'è qualcun altro, a distanza di sicurezza,
al di fuori dei nostri confini, disposto a farlo, chi mai vorrÃ
impedirglielo? L'ideale sarebbe scovare uno di quei paesi che si
trovi ancora in quella fase industriale così ben descritta da Engels
nel suo saggio sull'alcolismo e la prostituzione della classe operaia
inglese [3]. Non era poi Voltaire, tanto per citarne un altro di
filosofo, che diceva che pur non condividendo l'idea dell'altro
avrebbe dato la vita affinchè potesse esprimerla? Ebbene noi fedeli
al suo insegnamento, non solo gliela lasciamo esprimere e non solo li
lasciamo fare ma nel frattempo che ascoltiamo e guardiamo quel dicono
e che fanno, ci guadagnamo pure qualcosa. Che bello essere
democratici!
[1] E' interessante notare che così come in
Italia c'è il monopolio dei giochi a premio, mitigato recentemente e
con molta reticenza, nei paesi nordici c'è il monopolio delle
bevande alcooliche, anche qui con qualche timida apertura agli
operatori privati. Nessuno dovrebbe speculare sulle miserie umane,
quandohttp://www.blogger.com/img/blank.gif di queste si tratta,
soprattutto lo Stato. Il gioco, come l'alcool, può dare dipendenza e
trovo profondamente immorale l'attenzione che i media riservano alle
lotterie nazionale, la premura che mostrano nel non perdersi nemmeno
una estrazione del lotto!
[2] Un’indagine svolta da Federvini ha
messo in luce come la moderazione, la qualità e l’abbinamento con
un cibo corretto costituiscano un valore e un modo di avvicinarsi e
vivere il consumo di bevande alcoliche tipicamente mediterranei. In
Italia, e in misura analoga in Francia, con una percentuale
rispettivamente del 35% e del 32%, la tendenza a dilazionare il
consumo di alcolici nel corso della settimana risulta essere
superiore rispetto a quanto accade in Germania (26%) e Uk (28%). Per
approdondire clicca qui.
[3]
Il prodotto della pubblicità degli anni '30 guarda caso veniva
proprio dall'Inghilterra. Il testo diceva " La POLVERE COZA
produce l'effetto meraviglioso di far ripugnare al bevitore tutte le
bevande alcoliche (vino, birra, grappa, liquori ecc.). Essa opera
tanto impercettibilmente e con sicurezza tale che la moglie, la
sorella o la figlia dell'interessato possono dargliela a sua insaputa
e senza che egli venga a sapere la vera causa della sua
guarigione.
La POLVERE COZA ha portato la pace e la tranquillitÃ
in migliaia di famiglie, salvato moltissime persone dalla vergogna e
dal disonore per farne dei cittadini vigorosi, abili operai, educati
commercianti; essa ricondusse più d'un giovane sulla diritta via
della felicità e prolungò la vita di moltissime persone.
La
Casa che possiede questa meravigliosa e inoffensiva polvere manda a
tutti quelli che ne fanno domanda, un opuscolo con attestati e un
campione gratis. Scivete in italiano. Diffidate delle imitazioni!
La
POLVERE COZA trovasi presso tutte le farmacie e nei depositi appiedi
indicati. I farmacisti non danno campioni, ma soltanto il libro
contenente spiegazioni e attestati a chi ne fa loro richiesta."
lunedì 1 ottobre 2012
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