lunedì 1 ottobre 2012

Vuoto a rendere... non arrenderti

Maggio 2009
Posto un articolo che ho scritto qualche mese fa sul mio sito.
E' notizia che ha pervaso le cronache alcuni mesi or sono quella dei drammatici scontri tra le forze dell'ordine e la popolazione dei siti prescelti per le discariche che malvolentieri hanno accolto la montagna di rifiuti che dilagava ormai da tempo in Campania. Tragico epilogo di inefficienze, di ritardi nel fare quello che bisognava fare, da parte di chi non ha saputo fare il proprio lavoro e continua a non saperlo fare. E mentre i politici “poltroni” fanno a gara a scaricare le colpe su qualcun altro che a sua volta le scaricherà su qualcun altro ancora, i problemi dell’intera regione andranno a scaricarsi sugli 8 sfortunati siti, con la promessa, per chi ci crede, che presto saranno bonificati.

Forse non saremo dei cittadini modello, non fosse altro perchè siamo italiani e gli italiani si sa che non lo sono, ma mi piace pensare che, nel nostro piccolo, diamo un contributo affinchè episodi del genere non si verifichino. E' infatti dagli anni sessanta, da quando mio padre cominciò l'attività di imbottigliamento, che il nostro vino viene venduto in confezioni vuoto a rendere, sia da 5 litri che da 1 litro. E continuiamo a farlo ancora oggi, nonostante tutto remi contro e sarebbe più semplice scaricare il problema sulle spalle di qualcun altro. In primis sono contrari i dettaglianti che sebbene riconoscano i vantaggi per il consumatore non sono disposti ad accollarsi la seccatura della gestione fisica e ancor peggio contabile degli imballaggi a rendere, preferiscono riempire i sottoscala dei propri clienti di fiaschi e damigianette inutili e in attesa di essere buttati chissà dove. I consumatori stessi, che non vogliono pagare la cauzione del vuto, tanto poi te lo riportano! Ma se non lo hanno pagato col cavolo che te lo riportano! E infine le cantine, perchè quando si vanno a valutare attentamente i costi della sanitizzazione degli imballaggi e ci si mettono dentro i rischi di quelle che nel linguaggio della qualità totale si chiamano “ non conformità “, che possono essere il moscerino o qualche altro animaletto dall'aspetto meno gradevole, che galleggia sulla superficie del vino dentro la bottiglia, con i danni conseguenti di immagine, di affidabilità che ne derivano, allora veramente ti chiedi chi te lo fa fare. Anche perchè quando non bastano gli agenti chimici e naturali ad alimentare il processo di deterioramento allora il consumatore ci mette un po' di suo, tanto poi ci pensa la ditta... E così negli anni ne abbiamo visti di “utilizzi impropri”, se così si può dire, prima che l'allora ministro Sirchia imponesse il divieto di fumare nei locali pubblici, lo sport preferito era quello di spegnere il mozzicone della sigaretta dentro la bottiglia di vino. Effettivamente come resistere allo spettacolo del fumo che si avviluppa sulle pareti della bottiglia e fuoriesce quasi fosse una pozione magica? Una volta che l'hai provato non vedi l'ora di farlo conoscere a tutti i tuoi amici! Eppure l'art. 1804 del c.c. che regola il contratto di comodato a cui soggiacciono gli imballaggi a rendere dice “ Il comodatario è tenuto a custodire e a conservare la cosa con la diligenza del buon padre di famiglia (1176). Egli non può servirsene che per l'uso determinato dal contratto o dalla natura della cosa.”

Leggo con piacere che alcune associazioni ambientaliste vorrebbero tornare al vuoto a rendere e magari renderlo obbligatorio, almeno per alcune bevande, attraverso un bel decreto legge. Ma nel bilancio ecologico non va nemmeno sottovalutato l'utilizzo di detersivi e il consumo di acqua ed energia termica che la pulizia degli imballaggi resi può comportare. Nella nostra azienda abbiamo un protocollo per il trattamento degli imballaggi resi che prevede percorsi differenziati a seconda della gravità del problema riscontrato. E' chiaro che i casi più semplici vengono trattati in maniera più semplice. Se anziché renderci damigianette sporche d'olio o di nafta o di chissà cosa, i consumatori, dopo un “utilizzo proprio” , praticassero un piccolo risciacquo, il mondo sarebbe un luogo più semplice in cui vivere. Se ci fosse la fattiva collaborazione di tutti e non l’atteggiamento scaricabarilistico tipico delle nostre istituzioni e che non fa che produrre spazzatura, spazzatura, spazzatura, potremmo evitare finalmente di scaricare il problema su qualcun altro che poi lo scaricherà su qualcun altro ancora e potremmo evitare di consumare tonnellate di detersivi, che prima si accumulerebbero nelle falde, poi lentamente andrebbero a scaricarsi verso questo bellissimo mare che abbiamo di fronte!



Nessun commento:

Posta un commento